Nel progetto di cui vi parliamo oggi, torniamo da uno dei nostri clienti, Motette SRL.
Abbiamo già parlato di questa azienda qualche tempo fa, in occasione dell’articolo sulla risoluzione dei problemi di connettività. Se non l’hai ancora letto, puoi trovarlo qui: Motette SRL: problematiche di connettività.
Di recente, il team MyBuzi è tornato a Scheggia e Pascelupo (PG), dove ha sede l’azienda. Si è trattato di un incontro in collaborazione con Elicat. L’impianto di produzione Motette era fermo per una revisione di un macchinario: era l’occasione perfetta per effettuare la verifica del funzionamento dei terminali di scansione barcode e dell’impianto Wi-Fi che avevamo precedentemente configurato. Inoltre, ne abbiamo approfittato per risolvere un’ulteriore criticità aziendale, grazie alla clonazione di un hard disk su SSD.
Ma vediamo tutto nel dettaglio.
Verifica dei terminali di scansione
Come detto precedentemente, abbiamo verificato il funzionamento, dei terminali di scansioni dei barcode e l’impianto wifi installati nella nostra precedente consulenza per questa azienda.
Abbiamo fisicamente verificato che a distanza di tempo, insieme ai tecnici Elicat:
1) il sistema stampava correttamente le etichette scansionate;
2) se i dati erano trasmessi correttamente fino al piano superiore dove ha sede il server, con una copertura omogenea.
Nuova criticità: hard disk meccanico datato
In fondo all’impianto di produzione Motette c’è un macchinario con un’etichettatrice meccanica.
Si tratta di un PC in cui è installato un software customizzato, scritto tantissimi anni fa.
Il suo compito è quello di creare le etichette in base ai lotti di produzioni dei bancali.
I pallet dell’acqua si spostano su un piano dotato di cilindri e di sensori. I sensori rilevano l’arrivo del pallet, inviano l’impulso al software che programma l’uscita dell’etichetta corretta per quel lotto.
A quel punto, un braccio meccanico la incolla al bancale.
Il computer che ospita il software conteneva un hard disk meccanico, maggiormente soggetto a rotture a causa delle parti meccaniche in movimento. Inoltre, trovandosi in un magazzino, è maggiormente esposto alla polvere e ai possibili urti.
Il software non poteva essere riscritto perché l’azienda non era più in possesso dei codici sorgente.
L’unico modo per mantenere l’impianto attivo e funzionante era mantenere “in vita” questo computer; infatti, dal suo funzionamento dipendeva quello del braccio meccanico.
Per usare un eufemismo, l’impianto funzionava ancora solo per miracolo.
In qualsiasi momento, il braccio avrebbe potuto smettere di funzionare, mentre i pallet sarebbero usciti regolarmente.
Clonazione hard disk su SSD
Abbiamo approfittato del fermo di produzione per smontare il pc ed effettuare una clonazione dell’hard disk su un disco a stato solido (SSD). Si tratta di una tecnologia differente: questa tipologia di hard disk utilizza delle memorie flash, che non hanno parti in movimento e quindi, una percentuale di rottura molto inferiore rispetto a quelli classici. Per comodità, abbiamo smontato il disco originale e l’abbiamo impostato come copia di backup ulteriore. Grazie a dei tool specifici, abbiamo analizzato e clonato settore per settore da un disco a un’altro.
Infine, abbiamo sostituito l’hard disk nel pc.
L’impianto è ripartito regolarmente, con lo stesso sistema operativo e lo stesso software.
Ma, stavolta, con molta sicurezza in più.